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Oris Fly-In 2013

Se avete avuto l’occasione di girare per la Svizzera, avrete notato che le vallate di questa piccola nazione sono costellate di numerosi piccoli aeroporti apparentemente in disuso. Questi aeroporti erano usati sin dalla Seconda Guerra Mondiale dalle Forze Aeree Svizzere, che avevano adottato la filosofia del “frammentare” le proprie unità su molti piccoli aeroporti nel caso quelli principali fossero stati distrutti se qualcuno avesse cercato di violare la neutralità elvetica.
Poi la Guerra Fredda finì, e con essa il rischio di eventuali violazioni dello spazio aereo svizzero. Fu quindi deciso di radunare le unità delle Forze Aeree negli aeroporti principali, e gli aeroporti secondari si svuotarono, destinati apparentemente all’oblio. Ma gli efficienti svizzeri non chiudono gli aeroporti: la quasi totalità delle basi fu trasformata in aeroporti per aviazione generale.
Uno di questi aeroporti è Ambrì, nella punta settentrionale del Canton Ticino. La parte militare fu chiusa nel 1994, e da allora è usato per l’aviazione generale.
Questo week-end ad Ambrì la casa di orologeria svizzera Oris ha organizzato un fly-in (e non un airshow, come ci tengono a precisare sul loro sito), con la partecipazione di alcuni aerei storici restaurati e alcune sorprese. Peccato per qualche nuvola di Fantozzi che ogni tanto rompeva…

Ma per cominciare vorrei parlare dell’organizzazione, sorprendente per noi italiani. La pista ha orientamento est-ovest (29-11 per la precisione), e l’area riservata al pubblico era a nord della pista, in totale controluce. Ho mandato una mail agli organizzatori chiedendo se fosse possibile mettersi a sud della pista per avere il sole alle spalle. La risposta è arrivata in meno di 15 minuti: “Certo che si può stare a sud della pista, basta non avvicinarsi troppo, per ragioni di sicurezza”. E per gli svizzeri il “non avvicinarsi troppo” vuol dire che si poteva stare a 30 m dalla pista.
Ma non solo: una volta arrivati, io e il mio amico guardiamo la zona per il pubblico e notiamo un Antonov An-2 parcheggiato. Ci diciamo “Però… non sarebbe male andare di là a fargli qualche foto!” L’addetto alla sicurezza di fianco a noi, che controllava la stradina che attraversa la pista, prende la radio:
“Qui ci sono 2 tizi che vogliono attraversare la pista”
“Aspetta, lascia atterrare questo”
Qualche secondo di silenzio.
“Fatto… falli passare pure”
“Andate, andate!”
Per finire, una foto che mostra la grande distanza tra pubblico e aerei in movimento, con numerose transenne presenti:

Basta con le chiacchiere… passiamo all’attività di volo!
La parte del leone l’hanno fatta i 2 Hawker Hunter in versione biposto da addestramento ex-Forze Aeree Svizzere del Fliegermuseum Altenrhein, entrambi in perfette condizioni di volo (anche se, sinceramente, la livrea pseudo-Tiger Meet di uno dei 2 è forse un po’ esagerata 🙂 ). Ah: potete comprare un volo su questi. Costa “soltanto” tra i 5000 e i 7000 € a seconda della durata.

Ovviamente quando erano a terra ci si poteva girare attorno tranquillamente, addirittura quello in livrea mimetica è rimasto col motore acceso in idle con il pubblico vicino per qualche minuto.

Questa è scattata dal tetto dell’hangar corazzato che lo ricoverava.

Questa invece dall’interno del suddetto hangar.

Il cockpit del mimetico.

Altro soggetto inusuale, questo de Havilland Vampire biposto da addestramento, sempre del Fliegermuseum Altenrhein, sempre ex-Forze Aeree Svizzere e sempre in perfette condizioni di volo. Cosa notevole, per un aereo della fine degli anni ’40 (il Vampire è stato uno dei primi aerei a reazione degli Alleati, primo volo nel 1943 ma non farà in tempo a prendere parte alla Seconda Guerra Mondiale) e… con parti della struttura in legno! Ovviamente, non quelle a contatto del motore 🙂

Come detto all’inizio, l’altra chicca della giornata è stata un gigantesco biplano Antonov An-2! Uno degli aerei prodotti per più anni al mondo (la linea di produzione è stata chiusa nel 2002), è lo stereotipo dell’aereo sovietico, il rombo dei suoi 9 cilindri un inno alla Rodina.

Quando ci ha rivolto la coda ha sollevato qualsiasi sassolino presente sulla taxiway, lanciandocelo contro…

Ovviamente non potevamo non chiedere di vedere il cockpit.
E qui doppio rosicamento.
Innanzitutto la cabina è sorprendentemente piccola nonostante le dimensioni dell’aereo, ma nonostante ciò non sono riuscito a farcela stare tutta nell’inquadratura a 18 mm (“Il grandangolo non lo porto, tanto non mi servirà!”, dicevo)
Il secondo rosicamento è stato quando il pilota ci ha detto che, riempiendo l’aereo, si poteva volare per 75 CHF. E non avevo dietro abbastanza soldi.
Comunque, come potete notare la quasi totalità delle scritte è stata rifatta in inglese, sono rimaste solo poche etichette in cirillico.

In volo numerosi aerei, in particolare i P-3 Flyers:

Notevole anche questo Stearman:

Un Pitts Special:

Qualche altro russo… 2 Yakovlev Yak-52:

Un ERCO Ercoupe, un aereo apparentemente normalissimo…

…finchè non si guarda il cockpit. Notate niente di strano? (a parte il GPS che stona un po’ con il resto)

Bè, quest’aereo non è dotato di pedaliera! I timoni sono collegati agli alettoni con un cinematismo che fa in modo che siano sempre coordinati.

Intanto continuavano a svolazzare vari PC-7, alcuni dei quali portavano in volo passeggeri paganti:

Focke-Wulf FW-149, versione costruita su licenza dell’italiano Piaggio P.149. Questo modello è stato usato tra l’altro come aereo da addestramento dalla fu Swissair e dalla Luftwaffe tedesca.

Un Bolkow Bo.208 Junior, un piccolo aereo da turismo tedesco degli anni ’60, versione costruita su licenza di un modello svedese:

Gyroflug Super Canard, che altro non è che un aliante a cui è stato segato il trave di coda, aggiunto un motore, delle ali più tozze e dei canard:

de Havilland of Canada DHC-1 Chipmunk, risalente alla fine degli anni ’40 e usato anche come addestratore dalla Royal Air Force e dalla Royal Canadian Air Force.

A un fly-in non può certo mancare un Piper Cub nella classica colorazione gialla…

SIAI-Marchetti SF-260 ex-libico con coccarde di fantasia:

Il Breitling Jet Team presente al fly-in? No, solo un grosso modellone RC motorizzato a turbina:

Che dire… sembra che, come in tanti altri campi, abbiamo molto da imparare dagli svizzeri 😉